mercoledì 21 maggio 2014

                            DESTINO
        viaggio programmato  o percorso programmabile?
                 
 Illustazione di Gian-Carlo Evangelsiti

 Discutere di destino é inutile. C'é chi é convinto della sua esistenza, che tutto sia "prescritto", non si capisce bene da chi. C'é poi chi é certo che il nostro destino dipende da noi, che siamo noi gli artefici di tutto ció che accade. 
Come in tutte le cose, anche in questo caso, ponderando ragionevolmente le conclusioni si giunge alla spesso ricorrente soluzione: LA VIA DI MEZZO.

Da un lato, infatti, é certo che una forma di coinvolgimento involontari in fatti piú grandi di noi sia frequente e ricorrente. Dall'altro lato, la nostra abilitá di gestire eventi piú grandi di noi fa di noi dei piccoli Davide, che spesso sconfiggono Golia.
Partiamo dal presupposto che il destino esista. Noi, in quanto minuscoli molecole dell'universo cosí immensamente grande e soggetto a forze incalcolabili, siamo certamente INFLUENZATI e TRASPORTATI dove "non lo avevamo previsto". Lo strumento del quale il destino si serve per trasportarci sono indubbiamente le nostre emozioni. "Sentiamo" che fare una cosa, piuttosto che un'altra sia giusto. E anche pensando in maniera razionale, noi tenderemo sempre a scegliere quella soluzione al nostro problema, la quale ci appare piú appagante dal punto di vista emozionale. Si conclude dunque che la componente involontaria delle nostre azioni SUPERA GRANDEMENTE la nostra capacitá di agire consciamente.

Ció pare un ostacolo insormontabile, ma non lo é se ci occupiamo del problema piú da vicino. Di solito l'inghippo in una corrente di pensiero si lascia facilmente risolvere facendo riferimento alla corrente opposta. 

Se dunque da un lato abbiamo stabilito che il destino (inteso come forza maggiore) esiste, dall'altro lato sappiamo peró che abbiamo la possibilitá di cambiare o perlomeno APPROFITTARE degli eventi per dirigere la nostra vita verso il successo di questo o quel proposito.

Siampo di fronte, dunque, ad una situzione facilmente illustrabile attraverso una metafora di questo tipo:

- IL DESTINO È IL MARE IN BURRASCA CHE NON POSSIAMO CONTROLLARE 

- LA NOSTRA VITA È LA BARCA NELLA QUALE SIAMO SEDUTI (E SI LASCIA CONTROLLARE)

non ci resta che fare seguenti passi per raggiungere sufficiente controllo sul nostro destino:

REGOLARE BENE LE VELE, APPROFITTANDO DEL VENTO INCONTROLLABILE PER GIUNGERE DA "A" A "B", NON INMPORTA QUALE ESATTA ROTTA SEGUIAMO.

Facendo cosí, il destino incontrollabile, si trasforma di colpo in uno scenario "marittimo" assolutamente navigabile. 

La metafora in questione scioglie dunque l'eterno dubbio sull'esistenza del destino, ricordando a chiunque che sí, il destino esiste, ma é vero anche (e soprattutto) che se sappiamo muoverci bene all'interno di esso possiamo farne la nostra fortuna, se non cambiarlo direttamente.