REPORTAGE
VIAGGIO NELL'INVERNO ESTONE
DA TALLINN A TARTU ATTRAVERSO UN MONDO MAGICO FATTO DI NEVE E MISTERI
Tuttavia sopravvivono una serie di "relitti" del passato, in cui l'ESTONIA si chiamava controvolontá ESSR (in russo Estonskaya Sovetskaya Sotsialisticheskaya Respublika).
Oggi ogni traccia di russo é scomparsa dalle diciture ufficiale, ed il paese si chiama EESTI VABARIIK, che significa semplicemente "Repubblica Estone".
Dopo due ore e mezza di volo sopra l'Europa ormai avvolta dalle tenebre sento che l'aereo inizia a scendere di quota. Da una fitta nebbia che fa sembrare il mio finestrino immerso in un mare di zucchero filato spunta all'improvviso un immagine folgorantemente bella. Sotto di me il Golfo di Finlandia, con Tallinn illuminata da una parte, e Helsinki dall'altra. Sorvolo il centro storico medievale e rimango profondamenteaffascinato. Sembra fatto anche questo in pasticceria ed inizio a collegare il fatto allo zucchero filato di poco prima.
Atterrato, salto su di un taxi e mi faccio portare all'HOTELL VIRU, Hotel che cela un mistero interessantissimo del quale ora racconteró e nel quale ho preso dimora. Nel frattempo ammiro il mix di architetture che mi passano davanti, e che successivamente il mio albergo mi offre come panorama da una grande finestrona nella mia stanza al 6. piano.
L'HOTELL VIRU venne costruito nel 1972, in pieno periodo sovietico. Fu il primo grattacielo dell'ESSR Estone e serviva principalmente per ospitare turisti stranieri, provenienti dall'ovest. Non a caso l'intera struttura era disseminata di microspie. Ogni stanza nascondeva al minimo un microfono.
L'obiettivo del KGB era quello di ascoltare segreti rivelati in stanza da politici e uomini d'affari sprovveduti, magari aiutati nella loro loquacitá da qualche Whisky al Bar della Hall o da qualche bellezza (che da quel bar finiva molto facilmente nelle stanze dell'americano di turno, il tutto con regolare libro paga !!!! )
L'albergo ha 22 piani e l'ascensore modello 1969 lo dimostra con i suoi tasti. MA c'é l'inghippo. Pochi sanno che c'é un 23esimo piano. Accessibile da una stanza. Dopo un po di insistenze un inserviente me la apre mi vengono i brividi. Dietro ad una porta apparentemente normale con tanto di room-number compare una scala bianca che conduce ad un grande centro d'ascolto abbandonato al piano superiore, munito di ufficio del comandante (il telefono rosso senza numeri non manca sulla scrivania), stanza di registrazione (attrezzata con grossi apparecchi audio in grigioverde di ogni genere) e stanzetta riposo con brande militari. Il senso di tutto ció? L'intero hotel era controllato dal servizio segreto sovietico da questo mega ufficio situato al "piano che non c'é". Addirittura nella sauna e nella piscina durante la ristrutturazione vennero rinvenuti decine di microfoni nascosti sotto i pannelli delle pareti.
Un feeling da Film di James Bond mi pervade e mi rendo conto di trovarmi in un luogo che certamente ha visto una moltitudine di intrighi nel suo passato da guerra fredda. La cosa merita una visita al bar. È una SAKU la mia prima birra estone. E non sará l'ultima.
Anche la fame si fa sentire, pertanto mi avventuro all'esterno ed attraverso il centro storico adiacente all'Hotel. È un'immagine amabile, nonostante la temperatura glaciale, della quale peró adoro l'odore freddo del mar Baltico. La piazza centrale, RAEKOJA PLATS é scenario di un suggestivo mercatino di natale, l'abete addobbato al suo centro é storicamente il primo albero di natale mai innalzato in una piazza europea. Buonissimo in questo contesto il GLÖGI, il vin brulé locale, al quale certamente non rinuncio.
Trattorie suggestive si susseguono, come l'ESTLANDER oppure il PEPPERSACK, finché dopo qualche centinaio di metri giungo ad una locanda che mi attira. Si chiama "Olde Hansa" e propone cucina tipica medievale della lega anseatica, della quale assieme a Lubecca, Amburgo, Stralsund, Danzica e Rostock, Tallinn faceva parte.
Entro e mentre fuori cade la neve una soave musica medievale, nonché
gentilissime cameriere in costumi adatti allo scenario, accompagnano il
mio viaggio culinario attraverso uova di quaglia e pesce affumicato, il
tutto bagnato da una fantastica birra alle erbe, servita rigorosamente
in una brocca di terracotta da un litro.
I gusti sono
stravolgentemente buoni e penso con un certo grado di compassione a chi
ritiene ancora che siamo solo noi a poter vantare una cucina degna di
essere menzionata come tale.
L'estonia é leader anche nel campo informatico. Noto che c'é ben poco di medievale nel fatto che in ogni angolo della cittá il WIFI é liberamente accessibile (come in tutto il resto del paese). D'altronde l'Estonia ha dato i natali ad importanti colossi informatici, come ad esempio SKYPE. Giá all'aeroporto si incontrano cabine telefoniche blu con inciso il logo dell'azienda. Si entra ed uno schermo si illumina. Si inseriscono i propri dati d'accesso e via... tutto gratis ! Un ulteriore dato interessante é che il paese é la nazione meno religiosa del mondo. Le chiese esistono, sia quelle protestanti, che quelle ortodosse russe, ma sono minimamente frequentate. La causa di ció é che in passato praticamente nessun occupante é riuscito a convertire del tutto il paganesimo, inizialmente a causa del rapido susseguirsi dei diversi colonizzatori nel tempo, successivamente grazie alla repressiva politica antireligiosa comunista. Le chiese presenti tuttavia sono interessanti anche perché, ad esempio, la basilica di st.Olaf, in pieno centro, era al tempo della sua costruzione dotata del campanile piú alto d'Europa. Negli anni settanta veniva utilizzata dall'armata rossa come gigantesca antenna atta a disturbare le frequenze radio provenienti dalla vicina Finlandia (Helsinki si trova ad 80 km dalla cittá, oltremare). Facendo cosí si tentava di impedire la ricezione dei canali televisivi e radio dell'ovest, seppur con scarso successo. Gli estoni costruivano antenne nascoste private e tentavano in tutti i modi di informarsi su cosa avvenisse nell'"altro mondo", spesso rischiando serie conseguenze giudiziarie. Un "successo" secondario della gigantesca antenna fu quello di bloccare di tanto in tanto, involontariamente, le comunicazioni radio dei Taxi e delle navi nel porto di Helsinki, per l'immensa gioia dei Finlandesi .... naturalmente........
Mi fermo in una locanda/cantina all'interno del palazzo del consiglio cittadino ed inizio a parlare con una cameriera. Mi racconta un infinitá di aneddoti sulla storia del suo paese, mentre io assaggio il VANA TALLINN. Un liquore, ovvero IL liquore nazionale estone dal gusto intermedio tra un Averna molto dolce ed un cognac. Ora la digestione é piú che attivata, e parimenti il sonno, pertanto saluto in estone augurando "HEAD ÖÖD" (buona notte) e mi avvio verso il mio Hotel. La cittá mi scorre davanti a ritroso e, attraversando la "champs elysee" estone, piuttosto sdrucciolevole, mi conduco all'albergo, che non puó non ospitarmi a questo punto nella sua discoteca al sotterraneo. Il sonno é svanito corroso dalla curiositá e mi godo una serata in un luogo inaspettato, molto frequentato e ben curato. Il "flair" é indubbiamente quello degli anni settanta, mentre scopro la particolare predilezione di questo popolo per il KARAOKE. In generale, molti estoni adorano tutto ció che viene dall'asia, in particolare dalla Corea. Sostengono che ci siano delle affinitá linguistiche, perlomeno nel suono. Ció potrebbe essere addirittura vero e motivato dal fatto che le lingue finno-ugriche (Finlandese, Estone ed Ungherese) provengono in origine dall'asia centrale.
La lingua Estone con i suoi 16 casi é difficilissima da imparare. Poiché il paese intero vanta solamente 1.300.000 abitanti, non molti stranieri si sono addentrati in essa, forse anche per motivi economici. Tuttavia scorgo forti assonanze con il Finlandese e con il Tedesco. Le parole, apparentemente indecifrabili celano suoni che messi insieme spesso danno qualche significato quando si conosce la lingua di Göthe e si aggiunge un bel po di fantasia. Il giorno successivo compro anche una guida linguistica e un libro in Estone che parla dell'Italia. Non ci capisco molto ma mi stimola il fatto di capire cosa pensano di noi Italiani. Scopro con piacere che CI AMANO. Hanno un immagine molto positiva del nostro paese, nonostante le orde di turisti che finiscono qui credendo di rimorchiare (cosa peraltro molto difficile in Estonia).
In questo paese infatti c'é un forte timore che dilaga tra i giovani e tra i meno giovani. L'HIV. Infatti, l'Estonia detiene, nonostante sia veramente molto avanzata in tutti i sensi, il primato europeo di proliferazione del virus dell'AIDS. Principalmente nelle periferie con i suoi palazzi pre-1989 molti giovani assumono droga e si infettano frequentemente. Il governo estone, molto preoccupato di ció, si sta attivando per arginare il fenomeno.
La mattina dopo guardo dalla finestra e trovo di nuovo un panorama stile "zucchero filato". Tento di osservare la linea di demarcazione tra il mare e la terra ferma. Purtroppo il colore é uniforme e le navi presenti nel porto, tra le quali spiccano i traghetti SILJA lines, che collegano la cittá agli altri paesi scandinavi, sembrano galleggiare nella nebbia. La luce diurna d'inverno dura veramente molto poco e mi devo affrettare per prendere una corriera. Mi voglio avventurare nell'interno del paese, vicino al confine russo. Attraversero la nazione estone per giungere a Tartu, la sua piú famosa cittá universitaria.
Unico problema é che questa cittá, pur essendo molto suggestiva e famosa anche a livello europeo, si trova isolata dal resto del mondo da circa 200 km di pianura totalmente innevata.
Lascio l'Hotel e mi dirigo alla stazione degli autobus. Scopro che lo zucchero filato é umido ed altamente fastidioso e che si scivola ad ogni passo, come se la neve da queste parti fosse fatta di olio d'oliva. Sull'autobus sono l'unico straniero e vengo chiaramente immediatamente identificato come italiano, visto che non rispetto il numero del sedile assegnatomi. Ció mi comporta un'allegra conversazione con una viaggiatrice che alleggerirá l'intero viaggio, di per se piuttosto monotono.
Il bus attraversa l'immensa pianura a velocitá molto sostenuta su di una strada stretta e praticamente invisibile. Ricordandomi la sensazione scivolosa di poco prima, spero che l'autista sappia il fatto suo, cosa che evidentemente é il caso. Infatti, dopo un eterno susseguirsi di prati innevati ed isolate casette (non so come riescono a viverci, senza nemmeno un negozio o un bar nelle vicinanze)
Una volta giunto a Tartu rimango stupefatto. La cittá vanta una specie di "torre di Pisa", ovvera una casa che ospita un museo dell'arte, completamente storta. Non ho scoperto il motivo di tale errore architettonico. Considerando comunque che la porta d'ingresso é dritta, deduco che (meglio tardi che mai) l'architetto abbia voluto ovviare almeno in parte all'errore.
La piazza centrale é deliziosa, immesa in addobbi natalizi a led ed ospita la particolare "fontana degli innamorati", detta anche "degli studenti che si baciano".
Mi colpisce in maniera intensissima la cura rivolta all'universitá, immersa in un mare di lucine che fanno apparire il palazzo come un gioiello fatto pi pietre preziose. L'universitá di Tartu era famosa in tempo comunista per la sua facoltá di semiotica. La cittá era a tratti dichiarata "cittá chiusa", anche a causa del vicino aeroporto di RAADI, dal quale andavano e venivano i bombardieri nucleari Tupolev.
In un ristorante di pesce molto carino scopro una specialitá fantastica, della quale auspico la celere esportazione in italia. Il suo nome é VÜRTSIKILU. Un pesce imparentato con l'aringa, marinato con sale ed una miriade di spezie tra le quali spicca il cardamo. Indimenticabile !
Mi sposto verso un luogo meno felice, la famosa "casa grigia". Il KGB la utilizzava come centrale, e come prigione. Scovando il picolo ingresso laterale si puó scendere ad osservare il piccolo museo allestito nella prigione delle strette scale portano verso il basso in una cantina fredda con i muri pitturati di rosso bordeaux. Al suo interno trovo materiale di ogni genere come ad esempio libri di propaganda e penne/pistola stile minolux. Spicca in maniera lugubre la sedia dell'interrogatorio, allestita in modo inequivocabile con dei bloccapolsi ed un cuscino dietro la testa..
Molti estoni iniziarono da qui il triste viaggio della loro deportazione in siberia. Lo stato parla ni molte decine di migliaia di deportati che non hanno mai piú visto casa. Per essere deportati, cosí mi informano bastava veramente poco. Ad esempio "vestire spesso con i colori estoni" attirava rapidamente l'attenzione di chi di dovere, oppure "cantare canzoni popolari" poteva finire veramente in maniera poco idilliaca.
Lascio dunque questo luogo e mi avventuro tra le casette tipiche in legno che mi riportano nel secolo scorso.
Un bellissimo parco centrale, munito di due ponti pedonali veramente antichi mi conduce alla rovina di un'antica chiesa, all'interno della quale degli studenti stanno esponendo varie opere d'arte e girando una strana scena teatrale.
Termina dunque qui la mia "spedizione in Estonia", ma solamente sulla carta, visto che ci rimarró ancora qualche giorno finché la mia sete di sapere (ed ovviamente di birra locale) sará esaurita e mi innalzeró di nuovo in un cielo fatto di....... zucchero filato ..
Gian - Carlo Evangelisti