IL TAXISTA DI BERLINO EST
Un racconto di Gian-Carlo Evangelisti
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illustrazione in scala 1:87 di Gian-Carlo Evangelisti |
"Alexanderplatz bitte ! " .. quante volte lo aveva sentito.. questi Berlinesi dell'ovest che quando ottenevano un visto di una giornata entravano nel settore est della città e attirati dalla birra a basso prezzo tornavano su quattro zampe al posto di confine.. nel suo Taxi.. quasi ogni sera.....
La DDR non era il posto dei suoi sogni, era nato negli anni 40, Erwin, il furbetto taxista che da qualche anno ormai tirava avanti nemmeno troppo male nella restrittiva società pianificata della Germania est... Infatti la sua zona, compresa tra l'Alexanderplatz e Prenzlauer Berg, permetteva di incassare un sacco di mance, le quali venivano lasciate al taxista dai tedeschi dell'ovest, che quando entravano per un massimo di 24 ore nella zona oltre il muro, dovevano cambiare per forza 25 marchi e spenderli interamente sul posto, prima di riattraversare il confine, rigorosamente entro mezzanontte.
Erano anni ormai che Erwin campava con qualche mancia di qua e di la, sigarette occidentali ed altri doni lasciatigli da ospiti di Berlino ovest. Erwin non aveva famiglia, i suoi genitori erano morti in un bombardamento alleato nel 1944. Nulla lo trattenne nella DDR, se non fosse che anch'egli, come tutti gli altri tedeschi orientali, non potesse lasciare il paese socialista, blindato da muri e fili spinati, nonchè da VOPOS, i temibili poliziotti della VOLKSPOLIZEI, i quali non esitavano a sparare qualora qualcuno tentasse di superare il muro. La mente di Erwin navigava costantemente attorno all'argomento della fuga. Tentava da anni di ordire una trama per lasciare l'oppressiva società di oltrecortina e di levare finalmente le "tende".. ristabilendosi all'ovest. Sognava di vedere Londra, Parigi, Roma, Amburgo con le sue grandi navi che partivano per ogni dove e che era così vicina... ma così lontana allo stesso tempo....
Soprattutto le allegre scampagnate dei "turisti ad ore" che accompagnava col suo taxi lo facevano sentire sempre più triste. Voleva anch'esso condurre una vita spensierata, senza dover temere di pronunciare qualche parola sbagliata dal panettiere o dal parrucchiere e senza quegli omini con l'impermeabile ed il cappello alla "Dick Tracy" che, in giro per la città con il loro giornale in mano, rappresentavano la versione umana tra le cimici della STASI, ascoltando, osservando e fotografando di tutto pur di identificare "nemici del popolo" in ogni angolo e spesso, anche lì dove non ce n'erano..
Era semplicemente stufo. Una sera di dicembre, la nebbia offusca la notte mentre Erwin attende i clienti di un bar che devono essere velocemente trasportati al posto di confine. Sono le 23:44, quando questi escono dal locale e barcollando salgono sul taxi ordinando di iniziare la corsa. Sono due imprenditori di Monaco, uno porta un Rolex, l'altro non ha l'orologio ma sa benissimo che sono in ritardo.. "Più veloce ! Più veloce !!" Erwin fa quello che può mentre l'uomo vicino a lui si toglie il rolex, e lo mostra all'altro, spiegandogli il sistema "DATEJUST"..
Si nota già da lontano la sbarra bianco-rossa che delimita il confine. I due ubriachi si ricompongono quanto meglio possono, il taxi si ferma. Ringraziano, pagano lasciando ovviamente una bella mancia, e scendono. La serata è andata.
Erwin riaccende il motore della sua Wartburg e torna verso casa. Mentre i lampioni lungo il vialone illuminano a tratti l'abitacolo dell'auto, il suo occhio cade su qualcosa che luccica lì sotto, proprio sotto il sedile. "Dio mio, il Rolex!" Le gomme della Wartburg si consumano in una stridente frenata. Cosa fare adesso? I due turisti sono certamente già oltre confine e lui... di questo orologio non può fare altro che tenerselo. Un oggetto del genere nella DDR, sul mercato nero, ovviamente, può fruttare un sacco di soldi. Talmente tanti che egli potrebbe letteralmente smettere di lavorare. Erwin ci pensa per un po mentre la Wartburg sputacchia nuvolette di gas verso l'asfalto ghiacciato dell'immenso vialone deserto. Erwin non è un idiota, ma nemmeno un delinquente.. Che fare dunque di questo non desiderato colpo di fortuna? Se la VOLKSPOLIZEI lo becca con quell'oggetto, magari mentre tenta di rivenderlo, questo certamente decreterebbe la sua fine, perlomeno per un bel po di anni......
Erwin gira il volante, Erwin accellera. Erwin ha un piano.
La macchina corre veloce verso il luogo in cui ha lasciato i due turisti.
Erwin ha un piano..
Mentre la sbarra della libertà si avvicina, il semaforo a relais lampeggia lentamente ed il VOPO armato fino ai denti si avvicina il cuore di Erwin batte come un martello pneumatico... e se questo non si lasciasse corrompere? Se nonostante il valore immenso di questo Rolex egli rifiutasse di lasciarlo passare il confine? Sarebbe realmente la fine. Erwin apre il finestrino. Il VOPO chiede stizzito che cosa ci faccia un taxi della DDR sulla corsia di espatrio. Come un fulmine la mente di Erwin lancia la miglior risposta che egli abbia mai potuto dare in un frangente del genere: "Un cliente dell'ovest ha dimenticato questo nel mio taxi, sicuramente verrà a cercarlo domani... volevo riconsegnarlo.. a voi..." Il militare scruta a pupille allargate l'orologio dal valore inestimabile. Balbetta: "Bene signore.. il fatto è che noi non siamo autorizzati a prendere in consegna oggetti trovati... e poi.. a quest'ora.. il comandante non c'è... e io.... non....." "Ma il mio cliente verrà a cercarlo domani mattina, proprio qui, ne sono sicurissimo"! Per favore, lo tenga lei, anche in maniera informale. Io non mi sento sicuro con un oggetto del genere tra le mani, Lei è un uomo dello stato... lo prenda e lo tenga in custodia"
... Il poliziotto accetta dopo alcuni tentennamenti, non senza qualche "pensierino di tipo egoista.." ed Erwin gira la macchina.
Sono le 2:00 della notte quando la Wartburg di Erwin si avvicina di nuovo al posto di confine. Di guardia c'è sempre lo stesso militare, il comandante è ormai rientrato, lo si nota dalla Lada della Volkspolizei senza lampeggiante parcheggiata accanto alla casetta di picchetto. Il militare ferma la macchina, mentre il comandante esce assonnato dal suo piccolo ufficio e si avvicina. " Apra la sbarra, per favore, mi faccia passare!" esclama Erwin fingendosi fortemente ubriaco. Il militare sente i passi del comandante che si avvicinano scricchiolando nella neve.. potrebbe arrestarlo il nostro Erwin.. sia perchè è ubriaco, sia per via di quella sua impertinente richiesta di aprire quella sbarra e lasciarlo espatriare. Ma incriminare un ubriaco... sarebbe in definitiva stato inutile e poi..........................ehm.......... I passi dello stanco comandante si fanno sempre più intensi quando di colpo si fermano e si udisce una bestemmia. I passi si allontanano ed il comandante torna in ufficio. Ha dimenticato l'accendino.
"vada, passi veloce, e non si faccia mai più vedere, maledetto !"esclama il militare,
.....................mentre chiude gli occhi e stringe forte il Rolex nella tasca del mantello....