PALERMO SICURA
oppure
In una recente "missione" di lavoro nel capoluogo siciliano, ho avuto modo di riflettere su di alcuni fattori che influenzano le menti della buona maggioranza della popolazione. Il fatto di affidarsi alla statistica, infatti, rappresenta spesso un grande ed ingenuo errore di valutazione.
Sono i soliti pignoli, matematici per religione, che ritengono che se l'ISTAT decreta che una cittá sia pericolosa, allora quell'informazione significhi al cento per cento che in quella cittá verranno derubati, salvo poi venir scippati in vacanza a Kopenhagen.
Infatti mentre attendo l'imbarco in aeroporto, a Bergamo, sento molti personaggi preoccuparsi della sicurezza che temono di non incontrare una volta atterrati a Palermo.
È in quel momento che fiuto un'occasione interessante. Voglio mettere alla prova questo stereotipo. Voglio girare a Palermo di notte, a piedi, tra vicoli nascosti e sul lungomare. Voglio chiedere la ricevuta al ristorante e fotografare un po in giro, per poi scrivere un articolo sulla realtá che ho incontrato.
È in quel momento che fiuto un'occasione interessante. Voglio mettere alla prova questo stereotipo. Voglio girare a Palermo di notte, a piedi, tra vicoli nascosti e sul lungomare. Voglio chiedere la ricevuta al ristorante e fotografare un po in giro, per poi scrivere un articolo sulla realtá che ho incontrato.
Bene, questo é l'articolo. la ricevuta ce l'ho in tasca ed il ricordo di questa bellissima cittá rimane indelebile nella mia memoria.
In fase di atterraggio la sicurezza é invece pari a zero: l'aereo approccia fortemente inclinato la pista di Punta Raisi, qualcosa deve essere andato storto, la gente urla. Vedo l'ala destra che sfiora il bordopista, in un balzo incredibile il pilota corregge la posizione e con un botto infernale l'airbus tocca terra nella peggior maniera che io abbia mai vissuto.


Osservo passare accanto alla strada una serie di edifici curati, molto belli, mentre vedo spuntare il mio albergo, in piazza politeama. Notato che l'albergo stupisce per pulizia e curatezza del dettaglio, e che il giorno dopo mi attende del lavoro particolarmente impegnativo, non esito e parto per la mia esplorazione in solitaria di questa misteriosa cittá.

Da qui, comunque il mio percorso mi porta di nuovo verso il centro dove colpito dalla luciditá pulita delle strade mi dirigo verso la stazione. Qui la cittá mostra una brutta immagine. Come tutte le cittá del resto. Tuttavvia ci passo tranquillamente davanti ed intorno, non riuscendo comunque ne ad essere scippato, aggredito, o molestato in alcuna maniera.
Cammino, cammino, intanto si fa buio. Riesco ancora a fotografare la bellezza di certi edifici e parchi cittadini, finché un inevitabile ed idilliaco aperitivo seguito da una FANTASTICA pepata di cozze mi costringe a rendermi conto che questa é una cittá che fa per me.
Le persone sono molto educate e piuttosto silenziose. I camerieri sanno tutti l'inglese e per chi non ci credesse: la gente porta il casco e si ferma con il rosso.
Mentre passeggio verso l'albergo nel buio pesto delle vie di Palermo, soffia ancora quel caldo umido vento di mare che sa di sale, penso a quanta ignoranza venga generata da statistiche e media vari che inducono immagini completamente distorte del Sud d'Italia, il quale pur non essendo il luogo piu "sicuro" al mondo, in questa sua (oserei dire) "capitale", mi ha accolto offrendomi totale PIACERE.
Scelgo l'ultima stradina, appositamente quella piú buia, per tornare in piazza Politeama. Dietro a me un auto rallenta e prosegue a passo d'uomo. Mi "segue" per un po. Non faccio in tempo ad immaginarmi qualche strano approccio indesiderato quando una ragazza corre dietro alla macchina, la ferma, saluta, e sale per poi partire chissaddove col fidanzatino...
Evidentemente questo aveva mancato l'indirizzo al primo appuntamento.... esattamente come i nostri amici pignoli e statisticomani mancano direttamente il PRIMO APPUNTAMENTO per paura di qualcosa che non sanno nemmeno loro.
Palermo. Una cittá meravigliosa.
Gian-Carlo Evangelisti
Gian-Carlo Evangelisti