martedì 25 marzo 2014

PRIPYAT, LA CITTÀ FANTASMA DI CHERNOBYL

Viaggio nella cittá abbandonata il 27.04.1986



Creata per ospitare gli operai e gli ingegneri operanti nello stabilimento nucleare di Chernobyl, nel 1972 venne inaugurata la cittá di PRIPYAT. Oggi questo luogo rappresenta l'esempio piú vivido di cittá fantasma.

                             




Era il 26 aprile del 1986, quando alle ore 1:23, durante un test del reattore le barre di plutonio vennero estratte dall'acqua di raffreddamento e troppo rapidamente reinserite, generando un esplosione che cambió per sempre l'opinione pubblica sull'energia nucleare, nonché le vite di migliaia di persone.

Il test venne eseguito per sperimentare la durata di capacitá del reattore di generare elettricitá per inerzia, in caso di malfunzionamenti.
                            

La cittá di PRIPYAT dormiva mentre a pochi chilometri si stava sviluppando la peggiore catastrofe nucleare che il mondo moderno abbia conosciuto. Pochi udirono l'esplosione, la maggiorparte si sveglió beatamente. 

Nel frattempo, alla centrale scattó l'allarme rosso. Il reattore nr. 4 era saltato in aria completamente, scagliando componenti radioattive ovunque. Le autoritá sovietiche ebbero notizia dell'accaduto ma decisero di non comunicare nulla, attendendo ulteriori sviluppi.

Da tutta l'unione sovietica vennero inviate truppe piú o meno specializzate per tentare di bonificare l'area, tuttavvia la mattina del 27 aprile, quando in una centrale nucleare svedese scattarono gli allarmi per inquinamento radioattivo ed il caso divenne di dominio pubblico, venne iniziata l'evacuazione dalla cittá di PRIPYAT, effettuata con l'utilizzo di colonne di autobus gialli, predisposti rapidamente allo scopo.
                         

Alcune persone versavano giá in gravi condizioni, mentre altre, come il famoso reporter VLADIMIR SHEVCHENKO, entrarono nella zona critica per documentare l'opera degli eroi che (perdendo in gran parte la vita o ammalandosi seriamente) iniziarono a bonificare l'area, spesso ignari di ció che stavano andando a toccare. SHEVCHENKO morí poco tempo dopo in un ospedale di Kiev per le conseguenze subite durante la realizzazione del suo documentario.


                           

I "liquidatori", cosí venivano chiamati i soldati mandati in cima al reattore per raccogliere il materiale maledettamente radioattivo sparso un po ovunque subirono radiazioni immani. Molti di loro perirono rapidamente, durante e dopo la missione, altri vivono ancora oggi, malati di cancro ed insigniti del titolo di "EROE DELL'UNIONE SOVIETICA"
 

 


Oggi, nel 2014,  per un raggio di 150 chilometri, la cittá di PRIPYAT é isolata dal resto del mondo. Senza abitanti, ancora recando falce e martello sul palazzo comunale.


Una fitta vegetazione pare inghiottire la cittá, mentre nelle stanze dei tipici palazzi popolari sovietici, gli oggetti lasciati dagli evacuati vivono una vita propria. Un giornale aperto con la tazza del caffé ancora lí accanto, una bambola per terra o CHISSÀ QUANTI SEGRETI... giacciono in 33.000 appartamenti, nonché svariati alberghi, palazzi governativi e affini.. 


Ecco qui alcune immagini, catturate tra i molti fantasmi di cemento di questa cittá abbandonata, paragonando le immagini degli anni precedenti il disastro a quelle odierne. Tuttavvia siano avvertiti gli avventurieri, ora si puó accedere alla "EXCLUSION ZONE" attorno a Pripyat e Chernobyl, tuttavvia ció é altamente sconsigliabile, date le alte concentrazioni di radioattivitá, le quali possono variare enormemente in alcune zone della cittá fantasma.

LA PIAZZA PRINCIPALE OGGI

La piazza principale era il luogo dove l'unione sovietica organizzava le grandi adunate. In particolare la festa del primo maggio veniva celebrata con danze, discorsi e sfilate. Oggi un vuoto lugubre riecheggia in questo luogo, mentre i cani randagi, unici abitanti di questo triste limbo tra la civiltá umana e la neonata natura festeggiano a loro modo la loro libertá

                         

PISCINA COMUNALE PRIPYAT, 1975 e 2014 



Questo luogo rappresentava uno dei vanti di questa "cittá modello sovietica". Luogo di aggregazione giovanile, era molto frequentata neglia anni precedenti la catastrofe. Oggi si presenta come un cimitero delle speranze, l'acqua é evaporata.  L'orologio é fermo. Prima o poi, forse 3, 4 anni dopo l'evacuazione le batterie si sono scaricate. Interessante é notare come negli anni qualcuno abbia asportato le vetrate dello stabile. Questo fatto é particolare, poiché é segno che c'é chi, ignorando il pericolo si é addentrato nella zona contaminata - piú e piú volte.. visto che molti luoghi presentano segni di svaligiamento. Automobili abbandonate senza fanali, appartamenti senza porte, moltissimi vetri asportati dalle case. Un mistero? Forse nemmeno tanto...



L'HOTEL



Non era un luogo turistico, Pripyat. In questo Hotel venivano alloggiati funzionari politici, ma anche scienziati e lavoratori temporanei, inviati alla centrale. Entrando si riscoprono vecchie atmosfere da guerra fredda, ormai mangiate dalla muffa e dal muschio, bottiglie ancora esposte lungo il bancone del bar, stanze ancora chiuse...



               

 
IL PALAZZO DEL POPOLO PRIMA E DOPO

Il palazzo del popolo con il suo simbolo sovietico che ancora spadroneggia al piano superiore, é un simbolo ambiguo. 

Da un lato é stato proprio l'impero di Mosca a costruire questa cittá, dall'altro é stato lo stesso stato che in un qualche modo é responsabile delle odierne condizioni di questo luogo. 

Quel fregio, nonché i relitti propagandistici che si trovano al suo interno, sono comunque testimoni vividi di un tempo che non c'é piú. Finché la ruggine ed un colpo di vento ben assestato non faranno cadere falce e martello da questo palazzo, qui, virtualmente, il muro di berlino non sará mai caduto.
 

                       

                          


L'OSPEDALE.. OGGI

In questo luogo si sono verificate certamente alcune situazioni di criticitá elevata. I primi pazienti, sia realmente contaminati che impauriti dalle notizie di passaparola ebbero qui le loro prime cure, molti di loro in questo luogo iniziarono un lungo percorso di sofferenza

I morti ufficiali della tragedia di CHERNOBYL sono 65, in realtá, nel tempo, moltissime altre persone risentono tutt'oggi degli effetti di quel tragico errore scientifico.










LA SCUOLA ELEMENTARE CON TANTO DI LAVAGNA ANCORA ISCRITTA

Fanno abbastanza impressione gli oggetti abbandonati sui banchi da ormai quasi 30 anni.
Rievocano vite spezzate, gioventú rubate.

Anche qui é singolare il fatto che mancano i vetri. Alla lunga questo dettaglio (frequente) suggerisce che ci sia stata una specie di razzia delle finestre in questa cittá fantasma.

Questa particolaritá meriterebbe di essere approfondita, giusto per curiositá.. Era un luogo off limits per decenni, PRIPYAT... chi l'ha frequentata per tutti questi anni ?

Pane per i denti dei complottisti ?





ANCORA GIRA LA RUOTA.. È IL VENTO A MUOVERLA ORMAI.. NESSUNO LA USA PIÙ.










Si spera che PRIPYAT rimanga un museo. Non per screditare l'energia nucleare, ma per ricordare il percorso evolutivo dell'umanitá, le sofferenze che ha attraversato (e attraverserá), per giungere ad un benessere, che in realtá, forse, rappresenta il viaggio in se stesso e non giungerá mai alla sua meta